Vigilia di Natale negli Anni '40
Quando riaprii gli
occhi, mi ritrovai all’aperto come la prima volta che avevo
viaggiato nel tempo e inoltre nevicava, potevo sentire alcuni fiocchi
di neve trasportati dal vento colpire la mia pelle. Ero sdraiata su
un pavimento di legno, ma sopra di me c'era una specie di copertura.
Ad un’ulteriore ispezione, notai che mi trovavo sul secondo
pianerottolo di una scala esterna.
Alzandomi, mi resi
conto che ero vestita molto leggera per le temperature in cui mi
trovavo, ma alla torre faceva sempre caldo quindi non ero abituata a
vestirmi con un pigiama caldo e indossavo quello che di solito usavo
nella nostra casa di Malibù che a malapena sapeva cosa significasse
la parola freddo.
Guardai oltre la
ringhiera e notai che ero in un edificio alto con molti simili
tutt'intorno, un piccolo cortile grigio era al centro dove c'erano
alcuni bambini che giocavano a palle di neve correndo e ridendo.
Dedussi di essere a Brooklyn, probabilmente l’appartamento di Steve
era vicino e guardando la porta sul pianerottolo alla mia sinistra
decisi di provare a bussare, forse sarei stata fortunata.
Bussai sul vecchio
legno graffiato e attesi che qualcuno aprisse con il cuore che mi
batteva nel petto furiosamente. Potevo sentire dei passi dall'interno
e alcuni secondi dopo la porta si aprì. Sulla soglia c'era un
giovane che non avevo mai incontrato prima, ma in qualche modo mi era
familiare. Aveva i capelli corti e castano scuro con occhi azzurri,
era alto e aveva due spalle larghe larga. Era decisamente bello e
molte ragazze si sarebbero innamorate di lui a prima vista.
Un ghigno apparve
sulle sue labbra sottili mentre si appoggiava allo stipite con le
braccia incrociate davanti al petto: "Posso aiutarti bambolina?"
Bambolina? Che razza
di soprannome era?
“Sto cercando
qualcuno che penso viva qui, ma non conosco il suo indirizzo. Forse
mi puoi aiutare?” Chiesi ignorando il suo sguardo con cui mi stava
studiando con grande attenzione. Probabilmente stava pensando che io
avessi vestiti strani, dopo tutto ci trovavamo negli anni '40 e
nevicava molto.
“Certo che ti
aiuterò. Chi stai cercando? Ma se non trovi questa persona, puoi
unirti a me per cena, dopotutto è la vigilia di Natale e nessuno
dovrebbe essere solo in questa notte. Ed c’è un freddo gelido,
quindi potremmo... "
“Grazie, ma sto
cercando la mia anima gemella, non penso che sarebbe una buona idea.”
L interruppi prima che potesse elaborare ulteriormente la sua idea,
sapevo cosa stesse per dire.
Alle mie parole,
raddrizzò la schiena rapidamente e mi guardò con curiosità, almeno
aveva un certo rispetto verso cose importanti come le anime gemelle:
“Chi stai cercando?"
Anche se fui
sorpresa dal suo repentino cambio di comportamento alle mie parole,
decisi di andare dritta al punto: "Sto cercando Steve Rogers,
penso che viva qui in zona."
“Steve?” Chiese
sorpreso per poi guardarsi alle spalle urlando: “Steve! C'è
unbella signorina che ti sta cercando!”
“Steve è qui?”
Chiesi sorpresa iniziando a l’emozione di poterlo rivedere dopo 54
giorni di lontananza.
“Bucky, di cosa
stai parlando? Chi potrebbe ... ” Steve apparve dietro quello che
ora sapevo essere Bucky Barnes con un asciugamano tra le mani.
Indossava uno spesso pullover sopra i suoi pantaloni marroni e si
fermò di scatto quando mi vide: “Maxime?”
“Ciao Steve.”
Mormorai prima di lanciarmi contro di lui mettendogli le braccia
intorno al collo e affondando la faccia nel suo petto. Potei sentire
il suo corpo congelarsi al mio tocco, ma si rilassò immediatamente
abbracciandomi a sua volta con il naso nei miei capelli e inalando il
mio profumo.
"Pensavo che
non ti avrei mai più rivista." L'ho sentii dire vicino al mio
orecchio.
"Anch'io."
Rimanemmo in quella
posizione per non so quanto tempo fino a quando Bucky non si schiarì
la gola ricordandoci della sua presenza. Ci lasciammo andare, ma io
rimasi al suo fianco e potei vedere un sorriso gigante fare la sua
comparsa sul viso di Steve.
"Maxime, lui è
il mio migliore amico Bucky, quello di cui ti ho tanto parlato."disse
indicando l'uomo che aveva aperto la porta.
Bucky ci stava
studiando con un sorriso sul volto: "Quindi hai parlato di me
con la tua anima gemella?" Chiese con uno strano tono e il
sorriso divenne più grande: “E perché non mi hai detto nulla di
lei? Non sapevo nemmeno che l’avevi finalmente incontrata!”
"Io ..."
balbettò Steve arrossendo violentemente mentre Bucky e io
aspettavamo la sua risposta che giunse dopo un suo sospiro: “Avevo
paura. È successo così all'improvviso ed è stato un po'…
strano?” chiese guardandomi, probabilmente aveva paura che mi
potessi arrabbiare per le parole scelte, ma io gli sorrisi
rassicurante.
"Strano? ...
Ok, perché non ne parliamo durante la cena?" Chiese Bucky
guardandomi: “Il cibo è pronto e non puoi perdere l'occasione di
mangiare la cucina meravigliosa di Steve. Ce n'è abbastanza per
tutti e tre, c'è una bottiglia di buon vino e noi possiamo
conoscerci meglio."
Non sappi cosa
rispondere, avrei dovuto mangiare e festeggiare nel mio presente con
mio padre, ma lo sguardo speranzoso negli occhi di Steve mi fece
decidere di stare con loro.
“Ok, grazie.”
Dissi con un sorriso e notai che quello di Steve crebbe ancora alle
mie parole mentre Bucky studiava il suo amico con una luce strana nei
suoi occhi. Un luccichio di ... malizia? O era felicità?
Mi condussero alla
piccola cucina in cui il tavolo quadrato in legno era coperto da una
tovaglia bianca e di cibo con un ottimo profumo. Bucky non mentiva,
Steve doveva essere un grande cuoco.
Steve sposto la mia
sedia per me e mi aiutò a sedermi prima che i due uomini potessero
fare lo stesso. Era strano ricevere quel genere di galanteria, ma lo
ringraziai con un sorriso e attesi che si sedessero anche loro.
Iniziammo a mangiare
in silenzio. Di tanto in tanto, Steve e io rubavamo un'occhiata al
altro come due adolescenti innamorati. Beh, tecnicamente io ero un
adolescente ed eravamo innamorati anche se non ce lo eravamo ancora
confessati, ma non ero sicura della sua età.
“Quindi stavate
per dirmi come vi siete incontrati.” Disse Bucky decidendo che era
meglio rompere il ghiaccio perché né Steve né io eravamo
intenzionati a farlo.
Steve mi guardò un
momento prima di dire: "Come ho detto, è stato un po 'strano."
"Sì, ho
capito, ma perché?" Chiese il suo migliore amico sinceramente
confuso.
"A causa di
dove vengo…" e aggiunsi quando lessi la sua domanda sul suo
volto: "O è meglio dire da quando."
"Quando?"
Partii a raccontare
la mia vita o almeno quello di cui potevo parlare in libertà. Steve
sapeva già alcune cose, ma si ritrovò a scoprire nuove cose
facendomi domanda dopo domanda ed io mi stavo sinceramente divertendo
a parlare con i due ragazzi.
Bucky credette alla
mia storia senza problemi e ne rimasi sinceramente sorpresa. Disse
che anche se era una storia molto strana come aveva detto Steve, il
suo migliore amico ci credeva e lui sapeva che non era un bugiardo. E
dopo tutto, io cosa avrei potuto guadagnarci mentendo? Alla mia anima
gemella poi? Aveva visto il marchio di Steve e io gli mostrai il mio
quindi sapeva che stavo dicendo il vero.
"E cosa puoi
dirmi di te?" Chiesi a Bucky: "So che Steve è uno studente
d’arte, ma tu?”
“Beh, lavoro qua e
là. A volte al molo o dove vengo pagato abbastanza per vivere, ma
ora con la guerra…"
"Guerra?"
Chiesi confusa, ma improvvisamente mi ricordai che nel dicembre del
1941 gli Stati Uniti erano entrati nella seconda guerra mondiale:
"Che anno è?"
Steve mi sorrise
tristemente: "1941, è passato più di un anno dal nostro
incontro."
"Un anno?!"
Esclamai sorpresa: "Per me sono stati solo 54 giorni!"
"No, per me
sono trascorsi 1 anno e 87 giorni." Mormorò abbassando gli
occhi: "Pensavo che non ti avrei più vista, che avevo perso la
mia possibilità."
“Oh Steve.” Mi
alzai dalla sedia e mi inginocchiai sul pavimento al suo fianco
abbracciandolo affondando ancora la faccia nel suo collo. Ricambiò
la stretta mentre io lo baciavo sulla pelle e potevo immaginarlo
arrossire al contatto.
"Non farlo."
Disse Steve con tono serio e sentii Bucky ridere mentre si alzava per
raggiungere il bancone della cucina vicino ai fornelli sul muro più
lontano della stanza.
"Non avrei
detto niente, idiota."
"Come no...
scemo."
Steve e io ci
separammo e ci guardammo negli occhi persi nel nostro momento. Il mio
viso era a poca distanza dal suo e potevo vedere i suoi occhi cerulei
che passavano sulle mie labbra mentre io facevo lo stesso con le sue.
Come sarebbe stato baciare la mia anima gemella? Come sarebbe stato
il mio primo bacio con la mia anima gemella? Stava per succedere?
"Ok, il dessert
è pronto!"
Steve e io ci
allontanammo l'uno dal altro arrossendo. Bucky era di nuovo vicino al
tavolo con quel suo ghigno strano:"Ho interrotto qualcosa?"
"Non fare lo
scemo e metti giù il dessert."
"Posso sempre
mangiarlo da solo mentre voi due…"
"Non osare!"
Esclamò Steve alzandosi e cercando di togliere il cibo di mano al
suo amico. Li guardai con un sorriso divertito mentre lottavano per
il vassoio.
Alla fine, Steve la
ebbe vinta e il dessert fu servito mentre la conversazione riprendeva
senza toccare l'argomento del quasi bacio.
Dopo cena, li aiutai
a pulire il tavolo e cercai di fare altrettanto per lavare i piatti,
ma Bucky ci disse di andare in salotto e goderci la nostra compagnia
mentre finiva di lui di riordinare.
Dopo aver cercato di
insistere senza risultati, Steve e io ci sedemmo sul piccolo divano
logoro con le mani intrecciata e io mi appoggiai alla sua spalla.
"Sono felice di
essere qui." Dissi con un sorriso sulle labbra.
"Sono felice
che tu ci sia." Rispose lui baciandomi i capelli sulla tempia.
"Non voglio che
questa notte finisca."
"Nemmeno io, ma
succederà, no?"
"Temo di sì."
Mormorai godendo del suo tocco.
"Beh, spero
solo di rivederti presto questa volta."
"Lo spero
anch'io. 54 giorni sono stati un'eternità per me, non riesco a
immaginare... più che anno…"
"E’ stato...
non riesco nemmeno a descriverlo."
"Hai contato
ogni giorno in cui eravamo separati." Mormorai sentendomi
improvvisamente assonnata.
"Anche tu."
Lo sentii rispondere.
"Sì, ma ho
contato solo fino a 54, tu…"
"1 anno e 87
giorni."
"Mi dispiace."
“Non devi. Non è
stata colpa tua e non voglio più pensarci. Tu sei qui e mi godrò
ogni secondo di questa opportunità.” Disse circondandomi la vita
con la sue braccia e lasciarmi riposare contro di lui.
Alzai lo sguardo e
gli sorrisi: "Sei meraviglioso Steve." Dissi prima di
spingeremi verso di lui per baciargli la guancia vicino al angolo
della bocca.
Lui arrossì ancora,
qualcosa che trovavo molto dolce, poi mi riposizionai contro di lui e
chiusi gli occhi.
Probabilmente dovevo
essermi addormentata perché quando riaprii gli occhi, la prima cosa
che sentii fu la voce di mio padre che mi chiamava dicendo che la
cena era pronta.
Delusa, mi resi
conto di essere tornata nel mio presente… di nuovo.
"Arrivo!"
Gridai prima di alzarmi dal letto guardando il mio telefono e notando
che c'erano diverse chiamate di Chloe e Rachel. Decisi di scrivere un
semplice messaggio con la promessa di chiamarle più tardi per
raccontare tutto quello che mi era successo.
Mentre raggiungevo
la mia porta, notai sul pavimento un'altra foto e la presi nella mano
vedendo che ritraeva Steve e me addormentati sul divano del suo
appartamento. Sorrisi innamorata prima di mettere la foto insieme
all’altra nel album che avevo cominciato a fare.
Spero davvero di
rivederti presto, amore mio.
***
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